Ci ha colpito la vicenda del pestaggio di un ragazzino avvenuto a Biella da parte di coetanei per vendicare le offese subite sul famoso videogioco Fortnite. Proviamo a parlarne con Mauro Maurino del progetto EduGamers for kids 4.0 che si occupa direttamente del tema videogiochi ed educazione.
Se vi fosse sfuggita la notizia della rissa potete trovarla qui: http://ow.ly/Fqij50A1rB7
Qualcuno sostiene che questo episodio è conseguenza del fatto che i ragazzi passano troppe ore immersi in giochi violenti e che prima o dopo si passa dal gioco ai fatti.
” L’opinione che i videogame violenti istighino alla violenza è diffusa ma non trova riscontro nella realtà dei fatti. Potrei dire che ricordo molte risse tra ragazzi sui campi di calcio e basket ma nessuno ha mai messo in discussione né il calcio né il basket. Ma c’è una prova empirica abbastanza evidente: quando vi sono grossi raduni di gamer appassionati di sparatutto non viene registrato alcun aumento dei reati violenti nel territorio in cui avviene l’evento”.
Ancora una volta si tenta di mettere i videogiochi sul banco degli imputati?
“No, direi che questa volta l’approccio mi è sembrato equilibrato. La notizia era da dare perché rende palese che il confine tra il reale e il virtuale è sempre meno definito. Ciò che accade nel cosiddetto “mondo virtuale” può avere conseguenze nel mondo reale. L’offesa che avviene nel virtuale è un’offesa reale che genera conseguenze reali. Questo è il primo insegnamento da trarre da questa notizia di cronaca.
Se guardiamo all’accaduto non c’è nulla di eclatante: un’offesa “lavata” in modo direi “analogico” con il sapore della sabbia e del sangue in bocca. La novità è data dal luogo in cui quell’offesa è stata agita”.
Perché sottolinea questo elemento?
“Perché l’approccio di molti adulti è quello di considerare con superficialità la realtà digitale. Viene considerata incapace di trasformazioni, di conseguenze nel quotidiano. Questo approccio peraltro nega il potere della tecnologia di agire cambiamenti. È un approccio che non scuote le certezze che possediamo noi, adulti cresciuti nel mondo analogico.
Ma rifugiarsi nella separazione certa tra reale e virtuale ha una conseguenza: lasciamo soli i nostri figli di fronte ai rischi insiti nella frequentazione non consapevole dei luoghi digitali. Noi, per strada capivamo immediatamente quali rischi correvamo nel litigare con qualcuno. Potevamo decidere se correrli o meno, ma li conoscevamo. In un incontro in rete non è sempre così”.
Cos’altro colpisce in questa notizia?
“Beh, l’altro fatto importante è che questo fatto prende avvio in una sessione di gioco. Perché è importante? Perché i videogame sono la porta d’accesso al web, a portata di mano di quasi tutti i bambini e i ragazzi. È la loro prima palestra digitale. Nel gaming apprendono i rudimenti e le abilità principali per poter usare gli altri strumenti digitali, per poterli interrogare, per apprendere, per socializzare. È in questo ambito che possono imparare a comportarsi. I gamer sanno che in alcuni giochi c’è la consuetudine di “offendere” lo sconfitto. Fa parte del gioco, è un costume accettato dalla community. Ma i gamer sanno anche che c’è una Netiquette da rispettare se vuoi essere rispettato nella tua comunità di gaming”.
E dunque?
“E dunque gli adulti devono accettare l’idea che per fare i genitori devono prendere in mano il tema della rivoluzione digitale, comprenderla. Se alcune questioni sono troppo complesse devono rivolgersi a nuove figure educative, a nuovi servizi che nascono proprio perché il mondo è cambiato. Non conoscono la Netiquette e non hanno il tempo per approfondire? Possono chiedere aiuto al progetto EduGamers che potrà dare loro alcuni suggerimenti, indicazioni, suggestioni.
Ma prima ancora di rivolgersi a terzi il suggerimento che gli EduGamers danno sempre ai genitori è quello di sedersi accanto ai propri figli e guardarli giocare, provare a capire il loro linguaggio, la loro passione. Ciò che fanno nostri figli è qualcosa di molto distante da ciò che facevamo noi da bambini ma risponde alla stessa nostra esigenza: prepararsi, attraverso il gioco, alla vita adulta”.
Ringraziamo Mauro Maurino per questo prezioso approfondimento!
Per scoprire di più sul progetto EduGamers for kids 4.0 vi consigliamo di leggere l’articolo: https://bit.ly/3f8YMy7
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